In una serie di libri che come argomento principale ha l’Amore è invertibile affrontare la questione dell’opportunismo che caratterizza la risposta di Ciro Discepolo alla lettura della prima parte di Amore e Discernimento pubblicata sul suo blog:
Giovedì 12 agosto 2010
http://cirodiscepolo.blogspot.com/2010/08/2016-aimed-solar-return-and-another-for.html
[…]
Sergio Berti mi ha inviato il suo primo libro, edito in proprio, dal titolo “Amore e Discernimento”. La dedica è: “PER CIRO DISCEPOLO” (tutto maiuscolo), seguito dalla firma.
Sono stato un po’ in forse se scriverne o meno. Tutti, dai miei scritti, possono verificare che nella mia vita non ho mai attaccato chicchessia e solo raramente, quando qualcuno reitera tantissime volte i propri attacchi nei miei confronti, solitamente mi limito a rispondere usando un po’ di ironia.
Qui mi trovo in una situazione simile, ma per i nostri lettori che al 99,99% non sanno chi sia Sergio Berti, occorre fare una breve premessa.
Sergio Berti è un operaio metalmeccanico veneto con la passione per la Kabbalah (io ho lasciato il sostantivo scritto come ha deciso l’Autore, ma il Devoto e Oli 2011 riporta che occorre scrivere “cabala”), poi per l’Astrologia e ora per la Filosofia.
Si avvicinò a me pieno di entusiasmi non tantissimi anni fa e io lo incoraggiai e aiutai pubblicandogli diversi articoli su Ricerca ’90. Poi, com’è successo tante volte nella mia vita, un bel giorno mi inviò una lettera di insulti perché nell’indice della rivista era stato sbagliato il suo nome di battesimo e lui teorizzò che lo avessi fatto di proposito; sì scrisse proprio: “Lo hai fatto apposta!”. In effetti la svista fu dell’amico Pino Valente, ma essendo io direttore responsabile, me ne assunsi tutta la responsabilità.
Quale responsabilità?
Feci notare a Sergio Berti che lui, più volte si cambiava il nome di battesimo e mi inviava e-mail in guisa di telegrammi con cui, non solo mi comunicava la cosa, ma mi ordinava di non sbagliarmi!
Succedeva, però, che poco dopo lui stesso cambiava idea e con le stesse modalità mi avvertiva di essere tornato Sergio o di essere diventato Giovanni o altro. La cosa diventava complicata tanto che ho ancora una casella Outlook tutta piena di appunti in proposito.
Sta di fatto, però, che con tale lettera egli aprì, e le ragioni posso immaginarle, una guerra personale nei miei confronti che proseguì a mezzo di una sua dichiarazione su di un blog con il quale collaborava e nella quale asseriva che sì, l’AA era interessante e ricca di potenzialità, ma era anche piena di “bug” e che lui ci stava lavorando e, appena l’avrebbe messa a posto ci avrebbe comunicato dove correggerla.
Infine, ripetutamente, sul suo blog, negli anni passati scrisse frasi del tipo “Appena scriverò un libro vi farò vedere…”.
Ecco la dovuta premessa.
Il libro è uscito e dovrebbe essere la sua vendetta (???), ma, in realtà, non ho compreso cosa sia.
Il titolo è “Amore e Discernimento” che credo sia anche il titolo di una telenovela brasiliana. Nella quarta di copertina l’Autore spiega che nel testo si parla di Amore e ha fatto bene a sottolinearlo perché non se ne sarebbe accorto nessuno.
Infatti, nelle 344 pagine di testo, riviste (nel senso dell’editing) sia dalla bravissima collega Mariagrazia Pelaia che dalla professoressa Grazia Contus (molto materiale non deve essere passato per loro perché il libro è esageratamente zeppo di errori di ortografia e di grammatica) di tutto si parla tranne che di amore.
Io lo avrei intitolato “Caleidoscopio” oppure “Fritto misto”, ma sappiamo che il titolo è prerogativa assoluta dell’editore che, non esistendo, in questo caso, è convitato di pietra rispetto al titolo e ai contenuti del libro.
In esso Sergio (o Giovanni o…?) Berti spazia, con molta disinvoltura dalla “Kabbalah” all’Astrologia, con sortite praticamente dappertutto, nella fisica quantistica, nella statistica, nella religione, nella filosofia (“che studio da due anni…”), nella psicoanalisi (qui mantiene il segreto e non ci dice da quanto tempo la studia) e in molte altre discipline.
Abbondano le “digressioni”, come lo stesso Autore le chiama in una specie di Indice che Indice non è in senso stretto. I titoli dei molti paragrafi, a mio avviso, rendono bene , l’idea del libro: “Prima bozza dell’Io”, “Giocando s’impara”, “Parola di Boss”, “Marylin Monroe” e via dicendo.
Sicuramente dipende da mie incapacità mentali, ma non si capisce l’Autore dove voglia andare a parare e neanche quale sia il soggetto o l’oggetto del testo.
Che sia veramente una vendetta?
Scusate il viziaccio da cinefilo, ma mi viene immediato l’accostamento a Luigi Zampa-Alberto Sordi-Claudia Cardinale: l’emigrato siciliano che lavora nelle miniere australiane e dice (cito a memoria): “Sì, ridete, ridete, che tanto io tra poco avrò messo da parte 10 milioni di lire, tornerò al Paese, mi comprerò il bar in piazza e mi prenderò la mia vendetta!”. “Ma è molto che manchi dall’Italia”?. “Sì, trentasette anni!”. “Allora la vendetta ti prendi quella di tua sorella perché con dieci milioni…”.
Non posso negare che l’intenzione ci sia: il Nostro, pur di sparlare di me, utilizza interi periodi di miei “duelli” pubblici con astronomi (per i quali ha violato dei copyright) e prova a ficcare nel mezzo del discorso anche l’Astrologia Morpurghiana che proprio non c’entra nulla con tutto il resto del libro.
Si nota, invece, con piacere, che il Berti ha conosciuto l’uso della parola “inferenza” e cerca di infilarla dappertutto, praticamente in ogni sezione del testo.
A una prima lettura superficiale il libro potrebbe sembrare a sfondo epistemologico, per il continuo richiamo ai miei “duelli” con gli scientisti, ma manca una direzione portante, un pensiero di fondo che possa guidare il Lettore che si vede catapultato, da una pagina all’altra, dalla lettura del cielo di compleanno, che avrà fatto trasalire Lisa nella tomba, al gioco delle trasparenze e dei molti universi morpurghiani (non mi chiedete quanti siano e cosa siano perché non lo so).
Mi fermo qui.
Caro Sergio, se sei ancora tale, io spero che tu abbia superato il tempo delle mele, in rapporto a quelle importanti confidenze assai personali che volesti pubblicare e che certamente hanno avuto un peso nell’architettura del libro in oggetto. Resto in fiduciosa attesa della tua revisione dei “bug” dell’Astrologia Attiva, di cui, invece, non si fa cenno in questo lavoro.
Dovremo attendere un secondo libro-vendetta?
Se sì, ti consiglio molto la lettura illuminante de “Il conte di Montecristo” e delle sceneggiature di Quentin Tarantino.
Con i migliori auguri.
[…]
Mie ultime considerazioni
Sul fatto di aver scritto la mia dedica in stampatello maiuscolo devo dire che solitamente uso sempre questa forma di scrittura perché ho una scrittura minuta e a volte illeggibile, e per essere sicuro che i miei scritti siano leggibili scrivo in questo modo. È evidente che la mia dedica è stata interpretata provocatoriamente, ma diciamo che l’aver regalato il libro a Ciro Discepolo aveva come scopo quello di avere un commento sui contenuti fondamentali del testo, ma come è sempre conveniente fare quando non si ha un’adeguata preparazione è meglio sviare i discorsi.
Per quanto riguarda i miei tanti numerosi attacchi che Ciro Discepolo mi attribuisce dipendono dal fatto che ho mosso parecchie delle critiche alla sua astrologia, ossia all’Astrologia Attiva, e lui ha interpretato le mie contestazioni come degli attacchi personali. Le questioni a riguardo sono due: la prima si riferisce al fatto che Ciro Discepolo ha elaborato un modo di fare astrologia ottimale per se stesso e quindi rispecchia la sua personalità, e la seconda è che lui continua a identificarmi come una persona vendicativa e traditrice, e mi ha attribuito questa qualità quando ancora non mi conosceva e non mi aveva mai visto, facendo un’analisi del mio Cielo Natale a una persona con cui avevo rapporti personali.
Ciro Discepolo parte dal presupposto che se una persona s’impegna in una determinata materia è per il fatto che ha una passione, e dato che studio diverse materie lui afferma che io ho una passione per ognuna: anni fa ha registrato in un file audio nel quale parlava di me ha affermato che io ero un indeciso e che non sapevo in che materia indirizzarmi, ma sinceramente non capisco questa obbiezione, perché gli studi che faccio io sono nella normale evoluzione culturale di ogni astrologo, solamente che io non mi limito a studiare e cerco di crearmi un pensiero coerente. Lo studio della filosofia è indispensabile per comprendere molti aspetti dell’astrologia e se non l’ho studiata prima è solo perché mi sono impegnato in altri studi. Molti filosofi e scienziati hanno scritto testi sul rapporto fede/scienza e irrazionalità-razionalità, e come può uno scienziato scrivere un libro del genere se non studia testi di religione, o un fedele dei testi di scienza?
Purtroppo io sono del segno della Bilancia al quale è solitamente attribuita l’indecisione, quindi agli occhi di un astrologo come Ciro Discepolo non posso fare niente per dimostrare il contrario.
Sulla questione di come si scrive Kabbalah nel mio libro scrivo קבלה in caratteri ebraici per identificare il significato originale, in alternativa scrivo Kabbalah per riferirmi alla scienza mistica studiata in ambienti ebraici. Non scrivo Cabala perché identifica una corrente cristiana che a mio parere, al contrario di come la pensavo un tempo, non ha ragione d’esistere perché è un insulto al misticismo ebraico e una falsificazione della teologia cristiana.
È vero che mi sono avvicinato io a Ciro Discepolo con molto entusiasmo, solo che mi sono posto, come ogni studioso deve fare, in modo critico, non dando niente per scontato, e la mia insistenza è nata per il fatto che alle domande che ponevo non avevo risposta. In un primo momento pensavo che il problema fosse il poco tempo dovuto dai molti impegni, ma con il tempo ho capito che si trattava d’indifferenza al pensiero altrui, e la risposta che ho avuto in seguito alla lettura del mio libro è un chiaro esempio di opportunismo del non dire ciò che non conviene. Ciro Discepolo non ha replicato a un solo argomento del mio libro, in particolare a quanto è scritto nell’Appendice tre in merito al dibattito col Prof. Giuseppe Longo, nel quale nessuno ha spiegato la differenza tra statistica inferenziale e quella descrittiva, oltre che su molte altre cose.
Per anni ho cercato di fare un ragionamento costruttivo con Ciro Discepolo, ma con lui è impossibile perché s’impostano i discorsi sempre sugli stessi presupposti ignorando le cose dette in precedenza. Ho dimostrato che questo atteggiamento (vedi Appendice 3) non lo riserva solamente a me ma anche con tutti coloro gli rivolgono contestazioni.
Sulla questione del mio nome direi che c’è stato un momento in cui era ragionevole perché per studiare קבלה ero in contatto con delle persone con le quali avevo deciso di cambiare nome. Spiegherò altrove il motivo per cui presi questa decisione, ma è noto che anche Madonna (cantante) ha acquisito un secondo nome, ossia Ester per entrare in un circolo di Kabbalah, ora mi limito a dire che ho abbandonato quel secondo nome (Giovanni) perché si è verificata una situazione inaspettata che ha creato confusione sulla mia identità: sembrava, infatti, che volessi nascondere il mio vero nome e scrivendo “Caro Sergio, se sei ancora tale”.
Ciro Discepolo sa bene come stanno le cose e si diverte a rivangare la questione e la sostituzione del nome, Simone invece di Sergio, non può essere un caso, perché in quel momento il nome Simone aveva un significato particolare in una discussione con una persona che Ciro conosce.
CIRO DISCEPOLO nel dire che ho cambiato nome più volte, questa è una BUGIA, ho usato per due o tre mesi il nome Giovanni, poi, quando qualcuno contestava la mia identità, ho accostato a tale nome quello di battesimo, ma non è vero che ho cambiato nome più volte, quest’affermazione è diffamatoria.
Per quanto riguarda i bug la questione è semplice, io non considero l’astrologia una scienza e ritengo, come spiego nel mio libro, che l’astrologia è uno strumento di conoscenza basata su fenomeni sia razionali e scientifici, sia irrazionali e spirituali, e considerando che l’Astrologia Attiva non si interessa di spiritualità, a mio parere gli unici bug sono le bugie che gli astrologi pseudo scienziati intendono sostenere.
In questa risposta Ciro Discepolo è abile nello spostare l’attenzione dai temi importanti del libro a questioni secondarie, ovviamente scrivendo queste cose, cioè associando il titolo del mio libro a una telenovela spagnola, mettendo in rilievo alcune imperfezioni (l’ultima parola del testo in quarta di copertina è sbagliata di proposito), mettendo in discussione la mia preparazione, ovviamente fa in modo che chi legge il suo blog non compri mai il mio testo.
Ciro Discepolo gioca bene con le parole e giocando s’impara si riferisce a un paragrafo nel quale metto in rilievo alcuni insegnamento di A che gioco stiamo giocando, un testo di Eric Berne che riguarda i vari modi con cui si possono manipolare i discorsi: proprio come Ciro Discepolo fa. Parola di Boss si riferisce a un paragrafo nel quale analizzo un testo di una canzone di Bruce Springsteen, chiamato, appunto Il Boss.
Per quanto riguarda bozza dell’Io, Ciro Discepolo dimostra la propria ignoranza non riconoscendo quanto Freud e gli psicoanalisti attuali definiscono la prima manifestazione dell’Io in un bambino che inizia a prendere consapevolezza di se stesso.
Come sempre si dimentica di dire che in passato ha detto, prima di conoscermi e di vedermi, a una persona con cui avevo contatti personali, che io sono vendicativo e che pugnalo alle spalle, e per anni ho dovuto relazionarmi con una persona diffidente nei miei confronti e con la quale non potevo fare niente per guadagnarmi la sua fiducia.
Per quanto riguarda la questione se i miei libri siano il risultato di una vendetta, lascio al giudizio dei miei lettori, non so cos’altro fare! Certamente non permetto agli astrologi di inquinare la mia vita privata.
Io sono nato e sempre vissuto a Camposampiero e non intendo trasferirmi a causa delle diffamazioni.
Per quanto riguarda i miei studi di psicologia direi che iniziai ancora prima dei vent’anni: mia madre comprò un’enciclopedia (che pagò una cifra esagerata) che riportava testi integrali di Freud e articoli di riviste di psicologia degli anni ’80. Iniziai a leggere qualche pagina di essa ai tempi delle superiori e quando iniziai a studiare Kabbalah lessi i libri di Will Parfitt che è uno psicoanalista londinese che ha, tra l’altro, scritto un libro di psicocinesi. Quando lessi i primi libri della Morpurgo feci ricerche particolari.
Nell’affermare che nel mio libro non si parla d’amore Ciro Discepolo dimostra slealtà, infatti, analizzo la vita sentimentale di Freddie Mercury, Marilyn Monroe, Evita, e molti altri, inoltre analizzo testi di canzoni si Baglioni e di Bruce Springsteen.
Sui copyright ho riportato dei brani resi pubblici nel web in un documento pdf, e le mie analisi hanno scopo di critica intellettuale che è permessa per legge: lo so che scoccia che la verità venga detta!
Sulle citazioni a memoria non so che dire, io non ho mai parlato di vendetta e neanche ho mai avuto intenzione di comprarmi un bar. Sicuramente ho minacciato di dire le cose che pensavo, e questo lo sto facendo dopo essere stato preso in giro innumerevoli volte!
Sergio Berti