Il rogo della Città della Scienza
Gli astrologi sono contro la scienza?
Sicuramente qualcuno lo è, stando a quello che si può leggere sul web.
Ultimamente ho letto un articolo sul blog di un certo astrologo che cerca di dileggiarla.
Le motivazioni che lo portano ad agire in questo modo sono da ricercarsi in un desiderio di vendetta, perché la scienza avrebbe mancato di riconoscere il valore scientifico delle sue ricerche statistiche. Ma la scienza "poverina" che colpa ne ha? La scienza non poteva certo riconosce un valore scientifico a qualcosa che di valore scientifico non ha nulla.
La scienza non poteva certo avallare la sua statistica su 75.000 soggetti, per prima cosa perché non è mai venuta a conoscenza di questa ricerca, non essendo mai stata pubblicata, e in secondo luogo perché il millantato risultato non è mai esistito. Dobbiamo essere quindi grati alla scienza che ci permette di discernere il vero dal falso.
Ai tempi del liceo dicevano che i fascisti non avevano diritto di parola, mentre io credo che tutti abbiano questo diritto, e che possa parlare di scienza anche un truffatore scientifico. Sta al buonsenso di ciascuno decidere se dare credito alle sue affermazioni, o se interpretarle per ciò che veramente sono, una calunnia dettata dal risentimento.
Personalmente mi sento imbarazzato a parlare di scienza, perché non sono uno scienziato, ma sono un astrologo. Ma non occorre scomodare la scienza per capire che un certo risultato che si è ottenuto, non è più valido quando ci si accorge che il metodo con cui è stato ottenuto era errato.
Non credo che ci voglia una laurea in qualche materia scientifica per capire che se il conto del salumiere contiene delle cifre sbagliate, anche il totale risultante sarà sbagliato.
Queste cose sono ovvie per tutti, o almeno così dovrebbe essere, ma poi ho scoperto che per qualcuno non è così. C'è qualcuno che basandosi sulla propria abilità dialettica, che sarebbe forse meglio definire come capacità di infinocchiare il prossimo, è riuscito a persuadere alcuni che una cosa sia vera anche dopo che è stato dimostrato che è falsa.
Si è detto, finora, dei risultati positivi e non di quelli negativi e vorremmo, allora, farne adesso una breve cronaca. Quando noi contattammo, le prime volte, i due ricercatori universitari, chiedemmo loro come si dovevano svolgere le ricerche. Essi ci dissero che dovevamo impostare una ipotesi di partenza e poi vagliare, numericamente i risultati. Quando ottenemmo, nella prima ricerca condotta con loro gli eccezionali risultati di cui abbiamo detto, i due ricercatori dell'Università di Napoli, per spiegarci il significato dei valori trovati, ci fecero il classico esempio del paniere pieno di numeri. Le cose erano andate pressappoco così. Noi avevamo ottenuto un risultato pari al 5% rispetto allo Zeta calcolato. Questo significava che noi avevamo messo una mano in un paniere dove c'erano cento numeri, dall'uno al cento, e avevamo indicato prima di estrarne uno, cinque possibili numeri. Ebbene, effettivamente avevamo "pescato" uno dei cinque numeri in oggetto. Subito dopo avevamo replicato lo stesso esperimento, dichiarando, però, un solo numero da estrarre, numero che effettivamente avevamo estratto, al primo colpo, in mezzo a cento. Lo stesso avvenne nelle ricerche successive, precisando che per una delle stesse avevamo ottenuto, addirittura, di pescare un numero unico in mezzo a mille. Ora io e i miei collaboratori non sappiamo molto di statistica, ma ci sembra che i risultati ottenuti nelle tre ricerche, su complessivi 20.797 genitori e figli, dimostrino, al di là di ogni ragionevole dubbio, che l'ipotesi di partenza è largamente dimostrata. E c'è da aggiungere che quando i due docenti universitari ci consegnarono i primi risultati, sì si raccomandarono di effettuare altre numerose ricerche su altri campioni, ma non ci richiesero ulteriori esami sulle ricerche che erano già state "archiviate" come positive. Fummo noi, io e i miei collaboratori, a richiedere numerosi altri controlli sui risultati ottenuti. Questi ulteriori controlli furono poi fatti, dal prof. Luigi D'Ambra e dal dott. Francesco Mola, su tutte e tre le indagini qui citate ed in alcuni casi si ebbero dei risultati contraddittori. Vorremmo ripetere, però, che tutte e tre le indagini, processate secondo il metodo adottato dall'inizio, avevano dato risultati positivissimi e solo dopo centinaia e centinaia di controprove avevano rilevato dei risultati dubbi. Ci perdonino, allora, i due serissimi ricercatori, se noi - dal basso della nostra impreparazione statistica - ci permettiamo di avere questo dubbio: qualunque risultato statistico, anche il più valido in assoluto, sottoposto a centinaia di controprove, ne potrebbe dare una di segno opposto alle precedenti.
http://www.cirodiscepolo.it/Articoli/Statistiche.Htm
Personalmente mi sento imbarazzato a parlare di scienza, perché non sono uno scienziato, ma sono un astrologo. Ma non occorre scomodare la scienza per capire che un certo risultato che si è ottenuto, non è più valido quando ci si accorge che il metodo con cui è stato ottenuto era errato.
Non credo che ci voglia una laurea in qualche materia scientifica per capire che se il conto del salumiere contiene delle cifre sbagliate, anche il totale risultante sarà sbagliato.
Queste cose sono ovvie per tutti, o almeno così dovrebbe essere, ma poi ho scoperto che per qualcuno non è così. C'è qualcuno che basandosi sulla propria abilità dialettica, che sarebbe forse meglio definire come capacità di infinocchiare il prossimo, è riuscito a persuadere alcuni che una cosa sia vera anche dopo che è stato dimostrato che è falsa.
Si è detto, finora, dei risultati positivi e non di quelli negativi e vorremmo, allora, farne adesso una breve cronaca. Quando noi contattammo, le prime volte, i due ricercatori universitari, chiedemmo loro come si dovevano svolgere le ricerche. Essi ci dissero che dovevamo impostare una ipotesi di partenza e poi vagliare, numericamente i risultati. Quando ottenemmo, nella prima ricerca condotta con loro gli eccezionali risultati di cui abbiamo detto, i due ricercatori dell'Università di Napoli, per spiegarci il significato dei valori trovati, ci fecero il classico esempio del paniere pieno di numeri. Le cose erano andate pressappoco così. Noi avevamo ottenuto un risultato pari al 5% rispetto allo Zeta calcolato. Questo significava che noi avevamo messo una mano in un paniere dove c'erano cento numeri, dall'uno al cento, e avevamo indicato prima di estrarne uno, cinque possibili numeri. Ebbene, effettivamente avevamo "pescato" uno dei cinque numeri in oggetto. Subito dopo avevamo replicato lo stesso esperimento, dichiarando, però, un solo numero da estrarre, numero che effettivamente avevamo estratto, al primo colpo, in mezzo a cento. Lo stesso avvenne nelle ricerche successive, precisando che per una delle stesse avevamo ottenuto, addirittura, di pescare un numero unico in mezzo a mille. Ora io e i miei collaboratori non sappiamo molto di statistica, ma ci sembra che i risultati ottenuti nelle tre ricerche, su complessivi 20.797 genitori e figli, dimostrino, al di là di ogni ragionevole dubbio, che l'ipotesi di partenza è largamente dimostrata. E c'è da aggiungere che quando i due docenti universitari ci consegnarono i primi risultati, sì si raccomandarono di effettuare altre numerose ricerche su altri campioni, ma non ci richiesero ulteriori esami sulle ricerche che erano già state "archiviate" come positive. Fummo noi, io e i miei collaboratori, a richiedere numerosi altri controlli sui risultati ottenuti. Questi ulteriori controlli furono poi fatti, dal prof. Luigi D'Ambra e dal dott. Francesco Mola, su tutte e tre le indagini qui citate ed in alcuni casi si ebbero dei risultati contraddittori. Vorremmo ripetere, però, che tutte e tre le indagini, processate secondo il metodo adottato dall'inizio, avevano dato risultati positivissimi e solo dopo centinaia e centinaia di controprove avevano rilevato dei risultati dubbi. Ci perdonino, allora, i due serissimi ricercatori, se noi - dal basso della nostra impreparazione statistica - ci permettiamo di avere questo dubbio: qualunque risultato statistico, anche il più valido in assoluto, sottoposto a centinaia di controprove, ne potrebbe dare una di segno opposto alle precedenti.
http://www.cirodiscepolo.it/Articoli/Statistiche.Htm
L'autore di quest'articolo gioca su un equivoco. Le centinaia di controprove non sono mica una pretesa assurda della scienza, come vorrebbe far credere. Perché sono soltanto le prove necessarie per stabilire quale dovrebbe essere il valore atteso per un certo abbinamento di coppie in un campione dato, se si decide di trovare questo valore mischiando casualmente le famiglie. Il metodo adottato all'inizio, che consisteva nel mischiare le famiglie un'unica volta, era errato, e di conseguenza era anche errato il risultato ottenuto.
Se si fosse trattato di un risultato valido, sarebbe rimasto tale anche dopo centinaia di controprove. Se questo non è avvenuto è semplicemente perché questo risultato valido non c'era mai stato.
Invece da ciò che scrive l'autore di questo articolo, sembrerebbe quasi che la scienza statistica stia congiurando contro l'astrologia, ma questo è assolutamente falso. Non si tratta di una richiesta di sempre nuove statistiche, come forse è accaduto per le statistiche di Gauquelin, in questo caso si parla sempre delle stesse statistiche, sugli stessi soggetti, che sebbene inizialmente sembrasse che avessero portato a dei risultati significativi, in realtà non avevano mai prodotto un risultato significativo.
Non c'è nessun accanimento della scienza contro l'astrologia. La scienza non può dimostrare che nascono più figli della media con l'ascendente uguale al segno dei padri, per la semplice ragione che questo non è vero.