giovedì 29 novembre 2018
mercoledì 7 novembre 2018
Calunnia e simulazione di reato
Giuseppe Galeota ha scritto sulla sua pagina Facebook di aver trovato il bigliettino che si vede nella foto insieme ai libri che aveva ordinato da un importante distributore.
Di questa cosa che gli è accaduta vorrebbe incolpare me. Ma io che cavolo c'entro con le sue cretinerie? Se supponiamo che sia vero ciò che afferma, ossia che ha veramente trovato questo bigliettino nel pacco che ha ricevuto, gli unici che lo potrebbero aver messo nel pacchettino, sono coloro che lo hanno avuto tra le mani, ossia gli impiegati addetti al confezionamento dei pacchi, e coloro che si occupano del recapito, ossia i corrieri.
E cosa c'entro io?
Mica lavoro in una ditta che vende libri per posta. Come avrei potuto sapere che aveva ordinato dei libri? E come potrei aver avuto tra le mani questo pacchetto e inserirci quel bigliettino?
Vorrebbe far concentrare le indagini su di me?
Attenzione non sto dicendo che lo perseguito da anni, ma solo che so che lui dice questa falsità, per cui capisco che vuole alludere a me.
Ancora una volta. Cosa c'entro io con questi libri che ha ricevuto?
Se sei matto Giuseppe Galeota devi farti curare, altrimenti puoi essere denunciato per calunnia e simulazione di reato, perché se usi questo episodio che ti sarebbe capitato, solo per attaccare me, viene il legittimo sospetto che ti sei inventato tutto e che il biglietto che si vede nella foto sei stato tu stesso a scriverlo.
Ma non finisce qui. Il giorno dopo il Galeota riceve una telefonata dove ascolta una musichetta che identifica come la quinta di Beethoven, e ancora una volta pensa che potrei essere io l'autore di questa telefonata.
I suoi amici su Facebook scoprono che c'è un call centre che utilizza questa musichetta e che dopo aver chiamato gli utenti non rispondono.
Ma nonostante questo, Giuseppe Galeota continua a pensare che possa essere stato io l'autore della telefonata.
Ma si può essere così decerebrati?
Ma veramente c'è qualcuno che crede di poter ricevere qualche consiglio astrologico da un simile demente?
martedì 6 novembre 2018
Consulente psicologico?
Consulente psicologico?
All'attenzione dell'Autorità:
https://web.archive.org/web/20180929170131/https://alramiastrologo.blogspot.com/2014/08/al-rami-e-la-psicologia.html
Cari amici e amiche, come ben sapete da qualche tempo sono iscritto alla facoltà di psicologia e per questo già da un po' ho deciso di integrare all'astrologia, conoscenze psicologiche pur non avendo ancora conseguito la laurea. Pertanto al lavoro di analisi astrologica si aggiunge anche quella psicologica considerando il fatto che le competenze sono ancora assai limitate nonostante da anni io abbia esperienza in tale ambito, grazie alle mie letture. A tal proposito vorrei chiarire che non mi occupo di effettuare diagnosi, o di proporre metodi di cura, ma che semplicemente uso la psicologia per dare più spessore alle conoscenze astrologiche. Ovviamente il consultante è al corrente di ciò. Dunque è necessario chiarire che non svolgo la professione di psicologo ma che mi occupo di consulenze astrologiche col supporto della psicologia e di fatto posso definirmi un consulente astro-psicologico: applico le conoscenze di questa materia mano a mano che le apprendo, per fare pratica. Possiamo dire che è come quando si impara a guidare l'auto prima di prendere la patente. Ovviamente non prendo soldi. Chi mi contatta sa già in anticipo tutto quanto, ma è bene ribadirlo anche qui nonostante lo abbia fatto altre volte, perché qualcuno potrebbe fraintendere. Sulla mia pagina Facebook alla voce "professione" vi è la dicitura "consulente psicologico"e non "psicologo", proprio per evitare di essere additato come colui il quale professa senza una qualifica. E' molto importante essere chiari e soprattutto onesti, e non millantare mai conoscenze che non si posseggono o di cui ancora non si ha una qualifica. Lo psicologo è colui il quale ha conseguito una laurea e svolge una professione legata a ciò; il consulente psicologico invece è colui il quale usa qualcosa della psicologia per svolgere consulenze di altro tipo. Ho deciso di aggiungere la dicitura "consulente psicologico" alla sezione dedicata alla professione, per evitare di essere riconosciuto esclusivamente come un "semplice" astrologo perché purtroppo agli occhi della gente, svolgere questa professione (anche se gratuitamente) è sempre sinonimo di qualcosa che non ha validità. Aggiungendoci invece il fatto che studio psicologia, acquisisco più credibilità. Non si tratta di un escamotage per apparire quello che non sono, ma all'opposto di specificare proprio quello che sono: un astrologo che sta sviluppando competenze e conoscenze in psicologia, cosa che non tutti fanno. Mi hanno riferito che qualcuno nascosto dall'anonimato ha avuto da ridire su tutto ciò. E' divertente constatare che chi pretende da altri di essere completamente onesto e cristallino poi scelga di rimanere anonimo: cosa avrà da nascondere? Non m'interessa saperlo poiché l'importante è sapere che c'è chi non può fare a meno di leggermi e la cosa mi fa molto piacere.
Per poter fare il "consulente psicologico" bisogna avere una laurea magistrale in psicologia (corso di laurea di cinque anni), aver superato l'esame di stato, ed essere regolarmente iscritto all'Albo Nazionale degli Psicologi nella sezione A.
Altra questione, un seguace delle teorie antiscientifiche del dottor Hamer, radiato dall'ordine dei medici, può aspirare a diventare uno psicologo?
Si lo so, queste cose le avevo già dette, ma c'è chi non smette di parlare di me calunniandomi e dicendo che mi inventerei delle storie, ma io non mi invento mai nulla.
sabato 27 ottobre 2018
sabato 20 ottobre 2018
IDIOTA
Questo video, qui sul blog, non si apre dall'inizio, ma dal minuto 0':52" per evidenziare ciò che il Galeota dice in questo punto.
Il 14% circa delle persone muore nel giorno del proprio compleanno!!!???
Vi sembra possibile una cosa del genere?
Il 14% circa delle persone muore nel giorno del proprio compleanno!!!???
Vi sembra possibile una cosa del genere?
venerdì 5 ottobre 2018
Non ha nulla da dire
Sansone Carrasco ha scritto:
Ma lo ha capito che il primo a ritenerle sbagliate fu Discepolo, il quale lo ha ammesso nello stesso scritto che compose? Ma Galeota ha letto il documento? E come è possibile che, pur leggendolo, lo abbia difeso lo stesso?
Debbo confessarti che inizialmente nemmeno io mi ero accorto che era lo stesso Discepolo ad ammettere che la sua statistica era errata, e questo è accaduto a tantissima altra gente.
Una volta mi sono finto un fan di Discepolo su un blog di una ragazza simpatizzante del CICAP e ho scritto su questo blog che Discepolo aveva dimostrato scientificamente che i figli nascono molto spesso con l'ascendente uguale al segno del padre, fornendo il link al libro on line dove viene descritta la statistica. Su questo blog è intervenuto qualcuno dicendo che la statistica non andava bene e che non provava nulla, però nemmeno questa persona si è accorta che lo stesso Discepolo ammetteva di aver commesso un errore e che quindi la statistica non provava nulla.
Discepolo si esprime sempre in modo ambiguo, per cui è difficile capire che cosa dice. Torna a rileggere il post precedente e soffermati sul terzo paragrafo.
Chiedemmo spiegazioni al dottor Mola e al professore D’Ambra e ci fu fatto l’esempio classico del recipiente di paglia che conteneva 100 numeri. Le cose erano andate così: noi avevamo estratto un numero in mezzo a cento, dichiarando, prima di fare la scelta, quale numero avremmo estratto ed effettivamente prelevammo, bendati, il numero che volevamo prelevare. Ma non basta: udite ancora! Per la seconda volta fummo bendati e cercammo tra i cento numeri, tutti diversi, uno tra cinque dichiarati precedentemente. Anche in questo caso facemmo centro. Insomma, fu un po’ come dire che comprando un biglietto della lotteria avevamo preso uno dei premi.
Che cosa dice Discepolo in questo punto?
Verosimilmente sta dicendo che nel caso delle coppie figli/padri era stato superato il livello di significatività dello 1% e in quello delle coppie figli/madri del 5%.
Ma questo valeva se il valore atteso fosse stato calcolato correttamente, ma visto che questo non era il caso, come da lui stesso ammesso, che senso ha ripetere qui queste cose?
Discepolo non ha vinto alla lotteria, o meglio ha vinto alla lotteria, ma solo grazie ai fessi che popolano la terra e che comprano i suoi libri.
Rispondendo alla tua domanda credo che il Galeota abbia letto ciò che c'è scritto a pagina 35 di quel libro, perché gliel'ho segnalato centinaia di volte, ma che in qualche modo preferisca la risposta che ha ricevuto qui, e questo anche se è in contrasto con ciò che si legge qua.
Ma a prescindere di tutti gli errori e le frodi commesse da Discepolo, c'è qualcosa di vero in ciò che sostiene? Ossia è vero che i figli nascono più spesso della media con l'ascendente uguale al segno del padre?
La risposta è assolutamente no, perché io non mi sono limitato a criticare la statistica di Discepolo evidenziando tutti gli errori da lui commessi, ma l'ho rifatta utilizzando i dati delle famiglie di Gauquelin, come aveva fatto Discepolo, e il risultato è stato che di figli con l'ascendente uguale al segno del padre ce ne sono una decina in meno, rispetto al numero atteso, in una statistica su 80.000 soggetti.
I risultati di questa statistica non li tengo chiusi in un cassetto della scrivania ma sono leggibili qui.
giovedì 4 ottobre 2018
A pagina 35 ...
A pagina 35 del libro on line: Osservazioni politematiche sulle ricerche Discepolo/Miele si legge il testo che segue:
Torniamo, per un momento alla nostra precedente ricerca
Come già spiegammo nel precedente lavoro, per valutare se il risultato ottenuto sulla variabile cercata (cioè trovare che l’Ascendente del figlio fosse uguale al segno solare del genitore) fosse o no significativo da un punto di vista statistico, formammo delle famiglie false; cioè accoppiammo
a genitori veri figli di altri genitori, servendoci della funzione “random” del computer ovvero facendo scegliere a caso al computer stesso. Come si sa i risultati furono estremamente brillanti ed i Professori del Dipartimento di Statistica non ci chiesero altre prove su quel campione.
Noi, però, successivamente e volontariamente, facemmo un supplemento di indagine e generammo altre 100 coppie di famiglie false per vedere quante volte il risultato positivo si ripeteva. Ahimé questo si ripeté solo due o tre volte, significativamente in senso statistico, ma la cosa strana fu che nel 90 per cento dei confronti, la coppia vera era sempre più alta della coppia falsa.
Chiedemmo spiegazioni al dottor Mola e al professore D’Ambra e ci fu fatto l’esempio classico del recipiente di paglia che conteneva 100 numeri. Le cose erano andate così: noi avevamo estratto un numero in mezzo a cento, dichiarando, prima di fare la scelta, quale numero avremmo estratto ed effettivamente prelevammo, bendati, il numero che volevamo prelevare. Ma non basta: udite ancora! Per la seconda volta fummo bendati e cercammo tra i cento numeri, tutti diversi, uno tra cinque dichiarati precedentemente. Anche in questo caso facemmo centro. Insomma, fu un po’ come dire che comprando un biglietto della lotteria avevamo preso uno dei premi.
Sul fatto, poi, come detto, che il 90 per cento delle successive estrazioni ci dava un numero vero superiore a quello falso, statisticamente non aveva alcun valore. E dobbiamo dire, a questo proposito, che questo procedimento ci sconforta un poco. Infatti, facendo una ricerca statistica di questo tipo, si viene avvertiti che sarà quasi impossibile ottenere un risultato positivo, ma se poi lo ottieni, vieni a scoprire che lo stesso non vale niente.
Vorrei sapere dal dottore in tecniche psicologiche Giuseppe Galeota il significato di questo testo.
Iscriviti a:
Post (Atom)