"Attack the Attacker" (Attacca chi ti attacca)
Giornalisti, politici, ex scientologisti, gruppi anti sette, già a cominciare dal 1960, hanno accusato Scientology delle più svariate malefatte e quasi senza eccezione, tutte queste critiche, sono state oggetto di ferma reazione da parte di Scientology attraverso cause legali e accusando pubblicamente i critici di personali malefatte.
Molti critici hanno inoltre riferito di essere stati oggetto di molestie e minacce.
Le azioni e reazioni di Scientology avverso la critica riflettono la policy scritta da L. Ron Hubbard denominata "attack the attacker". La policy è stata codificata da Hubbard nella tarda metà degli anni sessanta, in risposta alle investigazioni che il governo stava svolgendo su Scientology. Nel 1966 Hubbard, criticando il comportamento dell'organizzazione, scrisse la corretta procedura per attaccare i nemici di Scientology:
Individua chi ti sta attaccando;
Inizia immediatamente ad investigare sui suoi crimini o sull'uso distorto che fa del suo ruolo;
Afferma che noi diamo il benvenuto alla loro indagine su di noi;
Inizia a fornire ai giornali ogni prova concreta su ogni scandaloso, efferato, crimine commesso da chi ci attacca.
Non ti sottomettere mai docilmente ad un'indagine su di noi. Rendila poco tranquilla, in tutti i modi rendi poco tranquillo chi ci attacca. Sicuramente noi non infrangiamo alcuna legge. Sicuramente non abbiamo nulla da nascondere. Ma chi ci attacca è semplicemente parte di un'agenzia di propaganda anti-scientology. Essi hanno dimostrato che non hanno interesse per i fatti e mentiranno a prescindere da ciò che troveranno. Per cui dimentica che ci possa essere un confronto sereno e inizia il nostro attacco al loro primo respiro. Mai aspettare. Mai parlare di noi - solo di loro. Usa i loro crimini sessuali e cruenti per avere le linee guida. Non usare noi. Affermo questo alla luce di 15 anni di esperienza su queste cose. Non c'è mai stato alcun critico che non puzzi di criminale. Tutto quello che dobbiamo fare è ricercare i suoi crimini e l'assassino verrà fuori -- Attacks on Scientology, "Hubbard Communications Office Policy Letter," 25 febbraio 1966.
Nel 2007 un documentario della BBC su Scientology del reporter John Sweeney fu criticato dagli Scientologist. Sweeney asserì che "mentre stavamo girando il nostro documentario, sono stato sgridato, spiato; il mio hotel è stato invaso nel cuore della notte; sono stato indicato come bigotto dalle star scientologhe, ho subito un lavaggio del cervello - è così che mi sono sentito - in un mock-up di una stanza delle torture nazi-style e inseguito da sinistri figuri per le strade di Los Angeles". In definitiva Sweeney racconta di essere stato pedinato e importunato durante tutto il periodo delle riprese, di essere stato provocato oltre il tollerabile e di essere platealmente esploso. Rappresentanti di Scientology hanno filmato la scena inviando il videoclip a parlamentari e colleghi e lo hanno reso disponibile su YouTube.
Scientology ha inoltre pubblicato un DVD in cui si accusa la BBC di avere organizzato una dimostrazione fuori dagli uffici londinesi dell'organizzazione, durante la quale sono state lanciate minacce terroristiche di morte contro gli scientologist.
La BBC descrive le accuse come "chiaramente ridicole e completamente prive di senso". Sandy Smith, produttrice del programma della BBC, ha commentato che Scientology non conosce alcun modo per confrontarsi con alcun tipo di critica.
Fair Game
Hubbard ha dettagliato le regole per attaccare le critiche in numerose policy letters, incluso una denominata dai critici "the Fair Game policy". Questa prevede che coloro che sono stati dichiarati nemici di Scientology (cosiddette persone soppressive o più semplicemente SP), "possono essere private della proprietà o ferite con ogni mezzo … Possono essere imbrogliate, le si può fare causa, mentire o distruggere" (fonte: HCOPL 18 Oct 67 Issue IV, "Punizioni per le Condizioni Inferiori").
La summenzionata policy fu cancellata e sostituita dalla HCOPL 21 July 68, "Punizioni per le Condizioni Inferiori". Le parole "possono essere private della proprietà o ferite con ogni mezzo … Possono essere imbrogliate, le si può fare causa, mentire o distruggere" non vengono riprodotte in questa policy.
I critici di Scientology tuttavia affermano che la pratica del fair game sia stata rimossa solo sulla carta e non dalla prassi. A supporto di questa tesi, essi citano "HCO Policy Letter of 21 October 1968" ove si afferma che "la pratica di dichiarare la gente FAIR GAME cesserà. FAIR GAME non deve apparire in nessun Ordine di Etica. Ha causato cattiva pubblicità. Questa P/L non cancella alcuna direttiva sul trattamento o maneggiamento di una SP" (persona soppressiva).
Secondo quanto afferma Omar Garrison nel suo libro, tale policy fu redatta sotto la pressione del governo della Nuova Zelanda. Di quella policy Garrison cita "noi ci stiamo dirigendo verso un'etica mite e verso il coinvolgimento nella società". Garrison afferma che, almeno in parte, fu in base a questa policy riformata che la commissione d'inchiesta neozelandese non raccomandò alcuna azione legislativa contro Scientology. La fonte di queste affermazioni per Omar Garrison fu molto probabilmente il rapporto Dumbleton-Powles. Altri dati e citazioni possono essere trovati in quel rapporto.
In ogni caso, nel 1977, i più alti dirigenti del Guardian's Office di Scientology (una sorta di ufficio servizi di sicurezza interna guidato dalla moglie di Hubbard, Mary Sue Hubbard) ammisero che il fair game era un policy vigente nel GO (Us vs Kember, Budlong Sentencing Memorandum - Undated, 1981).
In due separati processi, nel 1979 e nel 1984, i legali di Scientology argomentarono come il Fair Game fosse, nei fatti, un credo di base di Scientology e che come tale meritava tutela come ‘'espressione religiosa.
Robert Vaughn Young, il 4 aprile 1994, membro dello staff di Scientology per vent'anni, in un suo affidavit diede una descrizione ampia della pratica del Fair game.
"Dead agenting"
Negli anni settanta Hubbard continuò a codificare le policy relative all'"attaccare chi ti attacca" coniando un termine che è usato frequentemente all'interno di Scientology: "dead agenting". Usato come un verbo il "dead agenting" è descritto da Hubbard come una tecnica, per reagire alle accuse mosse contro Scientology, volta a distogliere dalle affermazioni critiche attraverso il contro-accusare l'accusante (in altre parole "attacca chi ti attacca").
Hubbard definì la policy sul "dead agenting" in un bollettino del 1974:
« Se c'è una minaccia a lungo-termine, dovete valutare immediatamente e originare [inventare] una campagna di PR nera per distruggere la reputazione della persona e screditarla così accuratamente da causarle ostracismo. »
(Handling Hostile Contacts / Dead Agenting, Serie PR 24, 30 maggio 1974)
In definitiva "Dead Agenting" si concreta nell'attaccare e distruggere la credibilità della persona.
I critici di Scientology affermano che la pratica del "dead agenting" è comunemente usata sul newsgroup alt.religion.scientology per screditarli e diffamarli (analoghe iniziative possono essere rinvenute sul newsgroup free.it.religioni.scientology).
Il sito web religiousfreedomwatch.com, sponsorizzato da Scientology, propone descrizioni di "estremisti anti-religiosi", quasi tutte le persone ivi descritte sono critici di Scientology.
Proponendo le foto dei critici e di presunte prove delle loro personali malefatte (cose di solito piuttosto vaghe come «documenti ricevuti dal Religious Freedom Watch mostrano come Kristi Wachter abbia pagato una persona per compiere uno specifico progetto al posto suo e ha anche istruito questa persona a mentire nel caso in cui questa persona fosse stata scoperta»).
Il sito religiousfreedomwatch.com è spesso portato ad esempio di attuale pratica di "dead agenting".
La pratica del dead agenting è stata usata contro i critici anche attraverso dei volantini.
Bonnie Woods, un'ex adepta che ha iniziato a consigliare le persone coinvolte in Scientology e i loro familiari, diventò, insieme con il marito, il target di azioni di dead agenting nel 1993 quando Scientology iniziò una operazione di volantinaggio indicandola come promotrice di una campagna d'odio, con dimostrazioni fuori dalla sua casa e intorno al suo quartiere.
Dopo una lunga azione legale per diffamazione, nel 1999, l'organizzazione fu d'accordo a rendere pubbliche scusepagando a Bonnie Woods 55.000 dollari per i danni e 100.000 dollari per i costi del processo.
Altri critici hanno riportato altri casi di simili molestie.
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