martedì 26 luglio 2011
Madness of a Dictator
Non solo è possibile avere una doppiezza comunicativa, ma spesso è possibile avere anche una doppiezza di atteggiamento mentale nei confronti del mondo esterno.
È interessante a questo proposito una citazione, tratta da: Ron Rosenbaum "Il mistero Hitler", p. 397
Rosenbaum è a colloquio con uno dei più famosi storici inglesi: Bullock. Qui quello che conta non è solo il giudizio su Hitler che ne viene fuori, ma lo spaccato della mente del Bullock stesso, che svela una situazione in cui lo storico che viene intervistato, agì con doppiezza.
"Parlai a Bullock della teoria di Emil Fackenheim, secondo la quale Hitler era un commediante: l'odio di Hitler per gli ebrei era, come tutte le convinzioni da lui professate, un cinico atto di opportunismo.
Ma la risposta di Bullock mi colse di sorpresa.
"Ah!" disse. "Era un grande attore che credeva nella parte che recitava. Questa è l'unica cosa che si può dire di lui. Era un grande attore, ma... aspetti, c'è una magnifica citazione di Nietzsche che ho sottomano."
Da un altro scaffale del suo studio prese un volume di Nietzsche e lesse ad alta voce un passo (da "Umano, troppo umano") che sembrava racchiudere la sua nuova, riveduta visione dell'universo mentale di Hitler:
"In tutti i grandi ingannatori è degno di nota un fenomeno al quale essi devono il loro potere. All'atto dell'inganno vero e proprio, fra tutti i preparativi, come l'orrendo nella voce, nell'espressione e nei gesti, in mezzo all'efficace messa in scena, sopravviene in loro la fede in se stessi: è questo che poi parla così miracolosamente e convincentemente a coloro che stanno intorno. ... Giacché gli uomini credono alla verità di tutto ciò che viene manifestamente creduto con forza [i corsivi sono miei]."
Il processo mentale qui descritto è complesso, dinamico. Comincia con quello che sembra un cinico calcolo opportunistico: ciò che più importa non è credere, ma esser visti credere; cioè, la finzione del credere è più importante della sincerità. Ma, se c'è un calcolo dietro il comportamento iniziale (quel calcolo che per Fackenheim è essenziale alfine di tener ferma l'immagine di Hitler come consapevolmente malvagio), ciò che segue è un "fenomeno degno di nota" nel corso del quale l'attore-mistificatore si fa trasportare dal suo modo di agire, ne è ossessionato, sopraffatto, fino a credere alla sua stessa mistificazione.
La nuova visione dialettica del processo mentale di Hitler acquisita da Bullock prende le mosse dalla sua concezione originaria (quella di Bullock I, come potremmo chiamarla), che vedeva in Hitler un astuto calcolatore, un abile attore-mistificatore, molto simile allo scaltro criminale descritto dai giornalisti della "Munchener Post"; incorpora poi l'Hitler di Trevor-Roper, quello "sincero", posseduto dal demonio, che con la sua oratoria affascina le folle; e infine, facendo reagire tesi e antitesi, perviene a una sintesi, l'Hitler di Bullock Il: l'attore che finisce per credere sinceramente a ciò che fa.
Il cambiamento decisivo nel suo modo di pensare, mi disse Bullock, avvenne alla luce del ruolo svolto dall'ideologia nell'universo mentale di Hitler: la questione che è al centro dell'interesse dì Trevor-Roper. "Ho cambiato idea su Hitler: prima pensavo che fosse interessato unicamente al potere... Adesso credo nel ruolo decisivo dell'ideologia. Credo che essa lo corazzasse contro il rimorso, contro il senso di colpa, contro tutto. Hitler era incrollabile nella sua ideologia, nella sua fede di essere l'uomo inviato dalla Provvidenza. La fede in se stesso: credo di averlo chiarito meglio nel mio secondo libro ["Hitler e Stalin"] che non nel primo. Nel primo ero molto… non avevo ancora afferrato bene questo punto."
Rimasi colpito dall'umiltà di Bullock, ma non ero ancora convinto. che questa nuova, più complessa interpretazione della mentalità di Hitler non fosse contraddittoria.
"Intende dire" gli chiesi "che c'è un calcolo, il quale poi genera un'ossessione, che alla fine diventa autentica, e non semplicemente recitata?"
"Penso esattamente la stessa cosa di Stalin" rispose. "Stalin era molto diverso, sotto vari aspetti. Poiché non era un oratore, non aveva assolutamente alcun carisma; vi era solo il culto di Stalin, che egli stesso alimentava e che gli dava la sicurezza di essere apprezzato. Un apprezzamento che, all'inizio, era artificiale, non spontaneo. Alla fine diventò naturale per moltissima gente. E per lui stesso: egli era consapevole di quel che stava facendo [creare un culto del proprio genio], ma, nei momento stesso in cui era consapevole di ciò che stava facendo, sapeva che la cosa era vera: che egli era un genio."
"Nel momento stesso?"
"Non ci vedo alcuna difficoltà" disse Bullock. "Gli uomini sono perfettamente capaci, nella vita pubblica, di avere due convinzioni. fra loro incompatibili. E, per quasi tutto il giorno, le ho anch'io."
"Ma si può essere sinceri e insinceri nello stesso tempo?"
Credetti, a quel punto, di averlo messo in difficoltà, ma egli ebbe ancora la meglio su di me, servendosi del racconto di un funerale.
Mi raccontò di un funerale che aveva avuto luogo quella mattina stessa. Un suo collega era annegato mentre nuotava in acque molto mosse. Bullock aveva preso la parola durante la funzione funebre. "Ho fatto anch'io quel esperienza stamattina, mentre parlavo" mi disse. "Le parole mi venivano dal cuore, perché ero veramente molto addolorato. La moglie del mio collega, che aveva avuto quel colpo terribile, era di fronte a me e mi guardava. E, mentre parlavo, dicevo a me stesso: "Mi stanno ascoltando? Sto avendo successo?". Sarò franco con lei. Non credo di essere un uomo insincero, ma sono perfettamente consapevole di quello che faccio, e volevo avere successo. C'è qualcosa dell'attore in molte persone. È come se in me ci fosse un diavoletto che salta su e mi dice: "Come ti sembra che vadano le cose? Te la cavi piuttosto bene, no?","
"Il diavoletto della perversità?" gli chiesi. "Non è così che lo chiama Poe?"
"Proprio così. Ed è stato descritto più di una volta. Ce ne parla anche Goethe."
Il Palo
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2 commenti:
non c'è peggior folle di un folle che crede di trovare follia in ciò che non riesce a capire ;)
Luigi De Lautena
Tu hai capito che Discepolo dice che i figli nascono molto più spesso della media con l'ascendente uguale al segno del padre?
Ed hai capito che io ho rifatto i conti utilizzando i dati dell'archivio Gauquelin (lo stesso che ha utilizzato lui) e che su 80.000 soggetti i figli con l'ascendente uguale al segno del padre sono risultati essere appena, appena MENO della media?
Ed hai capito che il libro on line di Discepolo: "Osservazioni politematiche delle statistiche Discepolo/Miele" che lui vorrebbe far passare come la certificazione della sua statistica, non lo è, perchè i professori di statistica si sono guardati bene dal dire che la statistica fosse ben fatta e che fosse la dimostrazione di qualcosa?
Ed hai capito che è proprio da questo libro che si evince che il risultato era errato, perchè la procedura era errata?
E se questo non lo capisci, capisci almeno che se si fa una statistica con 75.000 soggetti, non ha senso pubblicare i dati relativi a soli 8.000 soggetti?
E lo capisci che se lui trascorsi 20 anni da allora, continua a dire di aver trovato qualcosa è disonesto o è pazzo?
Ed io che cos'è che dovrei capire?
Che quest'uomo è un genio perchè nella sua carta del cielo c'è una congiunzione Mercurio-Urano?
Che è un benefattore dell'umanità perchè ha scoperto una tecnica che permette di migliorare la qualità della vita?
Come dimostrerebbe il fatto che delle migliaia di persone che ha mandato in giro per il mondo, nessuno si è ammalato di cancro.
Se qualcuno si ammala di cancro e muore di certo non torna da lui a lamentarsi.
E nemmeno lo può scrivere sul suo blog, dove cancella qualsiasi post che sia appena, appena critico nei suoi confronti.
Hai letto il post di Manu, che in punta di piedi ha cercato di dire che Marte e Saturno qualche volta non sono poi cosi' cattivi?
Hai notato che il suo allievo prediletto non spicca certo per intelligenza, o per le sue capacità astrologiche, ma per la sua straordinaria capacità di lecchinaggine?
Ed hai capito che la mancanza di umanità di questo personaggio supera la sua mancanza di intelligenza?
Un vecchio rancoroso che ce l'ha con il mondo intero che non vuole riconoscere i suoi presunti meriti.
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