sabato 29 settembre 2012

Osservazioni politematiche sulle ricerche Discepolo/Miele (pag.32-38) SECONDA PARTE


(pagine 32-38) SECONDA PARTE.


Conferme dalla terza indagine
sull’ereditarietà astrale
di Ciro Discepolo e Luigi Miele

Premessa

Questa ricerca segue – come verifica – quella già condotta da Luigi Miele e da me, pubblicata sul numero 6 di Ricerca ’90 e che diede importanti risultati positivi. Ricapitoliamo, allora, brevemente, di cosa si trattò l’altra volta. Io e Luigi Miele esplorammo un campione di 8219 date di nascita che comprendevano diverse migliaia di famiglie formate da un padre, una madre ed uno o più figli. I dati erano stati raccolti, molti anni prima, da Miche Gauquelin, in un quartiere di Parigi ed erano compresi tutti in un unico file denominato Paris12.raw.
In esso noi cercammo le prove dell’ereditarietà planetaria che era già stata dimostrata da Michel e Françoise Gauquelin, ma solo rispetto alle angolarità planetarie. Noi, invece, procedemmo nella direzione di cercare ripetizioni di “segni” zodiacali tra genitori e figli. Esplorammo 50 variabili (25 padre/figli e 25 madre/figli) e ne trovammo una altamente significativa. Anzi, non noi, ma il dott. Francesco Mola ed il prof. Luigi D’Ambra del Dipartimento di Statistica dell’Università di Napoli, trovarono per il rapporto madre/figli una significatività al 5% e per il rapporto padre/figli una significatività pari, addirittura, all’1%. Questo significava che la verità che avevamo scoperta poteva dipendere dal caso solo nell’1% delle probabilità a nostra disposizione. Dobbiamo subito precisare, però, che i professor citati ci avvertirono subito che lo studio andava effettuato su altri campioni per essere convalidato. E questo noi abbiamo fatto.

Campione utilizzato in questa ricerca

Ci siamo rivolti al Comune di Napoli e, sulla base della pubblicazioni positiva portata loro in visione, abbiamo chiesto il loro aiuto per raccogliere molte altre date. Dobbiamo, quindi, subito, un sentito ringraziamento all’assessore all’anagrafe dott. Manlio Carli che si è dimostrato sensibile allo scopo di una ricerca scientifica e ci ha permesso di frequentare, per mesi l’ufficio generale dove vengono tenuti raccolti i dati di centinaia di migliaia di nascite avvenute nel comune di Napoli. Nel nostro lungo e faticoso lavoro di raccolta siamo stati aiutati dal funzionario municipale signor Angel Barbarossa, ma prim’ancora abbiamo dovuto chiedere il permesso al sostituto Procuratore della Repubblica, dott.ssa Caterina Molfino, che compreso lo scopo che ci guidava ci accordò il permesso richiesto, vietandoci, però, nel contempo, ovviamente, di trascrivere i nomi accanto alle date.

Raccolta del campione

Purtroppo l’anagrafe del capoluogo campano non contiene, nella sua memoria computerizzata, l’ora di nascita dei suoi cittadini e questo ha comportato un lavoro immane di selezione del campione.
Si sa che una errata selezione del campione utilizzato può, se fatta male, invalidare la ricerca stessa. In effetti noi dovevamo assicurare un carattere di assoluta casualità nella raccolta dei soggetti e questo avvenne, per forza di cose, come diremo adesso. I volumi, migliaia, di grosse dimensioni e peso, erano uno accanto all’altro, contenevano i dati di nascita dal 1915 al 1991 e venivano continuamente prelevati dai molti impiegati comunali che dovevano redigere documenti per la popolazione che ne faceva richiesta. Dunque, noi e il funzionario Barbarossa, accedevamo a caso, ogni giorno, a scaffali differenti, dove in quel momento, per caso, gli altri impiegati non stavano consultando quei registri. Si aprivano, allora, gli stessi e si scartavano i nominativi senza prole e quelli non nativi del luogo. A mezzo di un computer portatile si segnavano i dati del capofamiglia e poi si accedeva agli specifici registri degli atti di nascita della moglie e dei figli corrispondenti al soggetto selezionato. A volte si era costretti a delle attese di diversi minuti finché tali registri si rendevano disponibili per la consultazione. Come si può comprendere, allora, la scelta dei libri avveniva in un modo che potremmo definire casuale, ma su questo punto torneremo più avanti. Alla fine del nostro lavoro avevamo raccolto 3972 nascite che hanno costituito il nostro campione di statistica.

Risultati ottenuti

Torniamo, per un momento alla nostra precedente ricerca

Come già spiegammo nel precedente lavoro, per valutare se il risultato ottenuto sulla variabile cercata (cioè trovare che l’Ascendente del figlio fosse uguale al segno solare del genitore) fosse o no significativo da un punto di vista statistico, formammo delle famiglie false; cioè accoppiammo a genitori veri figli di altri genitori, servendoci della funzione “random” del computer ovvero facendo scegliere a caso al computer stesso. Come si sa i risultati furono estremamente brillanti ed i Professori del Dipartimento di Statistica non ci chiesero altre prove su quel campione. Noi, però, successivamente e volontariamente, facemmo un supplemento di indagine e generammo altre 100 coppie di famiglie false per vedere quante volte il risultato positivo si ripeteva. Ahimé questo si ripeté solo due o tre volte, significativamente in senso statistico, ma la cosa strana fu che nel 90 per cento dei confronti, la coppia vera era sempre più alta della coppia falsa. Chiedemmo spiegazioni al dottor Mola e al professore D’Ambra e ci fu fatto l’esempio classico del recipiente di paglia che conteneva 100 numeri. Le cose erano andate così: noi avevamo estratto un numero in mezzo a cento, dichiarando, prima di fare la scelta, quale numero avremmo estratto ed effettivamente prelevammo, bendati, il numero che volevamo prelevare. Ma non basta: udite ancora! Per la seconda volta fummo bendati e cercammo tra i cento numeri, tutti diversi, uno tra cinque dichiarati precedentemente.  Anche in questo caso facemmo centro. Insomma, fu un po’ come dire che comprando un biglietto della lotteria avevamo preso uno dei premi. Sul fatto, poi, come detto, che il 90 per cento delle successive estrazioni ci dava un numero vero superiore a quello falso, statisticamente non aveva alcun valore. E dobbiamo dire, a questo proposito, che questo procedimento ci sconforta un poco. Infatti, facendo una ricerca statistica di questo tipo, si viene avvertiti che sarà quasi impossibile ottenere un risultato positivo, ma se poi lo ottieni, vieni a scoprire che lo stesso non vale niente. Noi su questo punto vorremmo aprire un grande dibattito tra i lettori di Ricerca ’90 e soprattutto vorremmo riferirci a quanto scritto da Jung sulle statistiche, nel famoso saggio sulla sincronicità.

Cosa scrisse Jung sulle statistiche
parlando di sincronicità

Come si sa il grande studioso svizzero/tedesco, per diversi mesi successivi, si sottopose ad un faticoso lavoro di analisi statistica per appurare se nelle coppie sposate fossero effettivamente presenti quei valori astrologici che la tradizione indicava come specifici di un matrimonio: per esempio il Sole di lui sulla Luna di lei. Jung procedette in tre tappe successive e, di volta in volta, creava le coppie false di confronto servendosi dell’opera di segretarie e collaboratori vari. Fu, dunque, con grande sorpresa che appurò come i risultati venissero influenzati dallo stato d’animo dei presenti. Per esempio egli scrive che quando ottennero maggiori presenze di Marte negli
assortimenti casuali, fu appunto quando la sua collaboratrice tirò fuori i numeri dai cestini, in uno stato di grande esposizione emotiva, dovute a sue caratteristiche marziali in quel momento.
Ci rendiamo conto allora, che stiamo trattando una materia di confine tra la scienza e verità esoteriche non ancora chiaramente decifrabili. E forse questa potrebbe essere una spiegazione al fatto che occorrerebbe individuare un metodo “oggettivo” per portare avanti valori di ricerca statistica, assicurandosi che i transiti del ricercatore, in quel momento, non saranno determinanti, alla fine, per il risultato della ricerca. A questo punto qualcuno potrebbe obbiettare che la randomizzazione del computer è perfettamente casuale. Ma Voi vi sentireste pronti a mettere la mano sul fuoco, su questo punto? Cioè siete proprio sicuri che la corsa sbalorditiva degli elettroni nei circuiti del computer non possa essere legata “sincronicamente” allo stato d’animo dell’operatore? Alla fine, per noi resta comunque il dubbio sul perché sulle successive 100 analisi effettuate, nel 90% dei casi ritrovavamo la nostra variabile più alta rispetto a quella prodotta dalla generazione di un numero falso. Questo ed altro ci hanno imposto di continuare le nostre ricerche e contiamo – sempre – di ricevere da tutti Voi un contributo alla soluzione di questi interrogativi.

Risultati di questa ricerca

Abbiamo proceduto come per la ricerca precedente ed abbiamo fatto erigere al computer 3972 cieli natali. Da essi abbiamo estrapolato la variabile che ci interessava e cioè quante volte l’Ascendente del figlio era uguale al segno solare del genitore. Abbiamo consegnato l’output della nostra workstation al prof. Luigi D’Ambra ed al dott. Francesco Mola del dipartimento di statistica dell’Università di Napoli e che sempre ringraziamo per la preziosissima collaborazione offertaci. Dopo alcuni giorni trascorsi in trepidante attesa dei risultati, ecco il verdetto: sulla madre non abbiamo trovato significatività mentre sul padre (UDITE, UDITE!!!) è stato rintracciato un nuovo straordinario risultato positivo: uno z calcolato uguale a 2.25! (vicinissimo alla significatività all’1%). A questo punto, i due ricercatori citati, pur ritenendo di dover sottoporre questi risultati ad esami più rigidi, non ci hanno nascosto un loro ottimismo dato che siamo di fronte su due differenti
campioni di varie migliaia di dati, a risultati positivi che si continuano a ripetere. Allora il prof. D’Ambra ed il dott. Mola ci hanno chiesto di generare – nuovamente – come nella scorsa ricerca – cento coppie false. Lo abbiamo fatto e “miracolo” abbiamo ottenuto ben 50 risultati sensibilmente positivi. Lo scrupolo dei due ricercatori, che noi apprezziamo e lodiamo, non si è fermato a ciò e ci è stato richiesto di esaminare il programma in Basic per valutare se il numero Random fosse stato generato veramente casualmente. Abbiamo sottoposto i nostri listati al loro esame e questo è stato soddisfacente. Dunque, al momento, la situazione è molto incoraggiante. Sul fatto che il risultato materno sia stato negativo, abbiamo una nostra possibile spiegazione. Qui al Sud – purtroppo – gli uomini tengono molto ad avere figli maschi (tranne chi scrive che adora le femminucce) e allora, rispetto al campione di Parigi, può essere successo che per molti padri, delusi dalla nascita della femmina, la dichiarazione è stata fatta molti giorni dopo la nascita e all’anagrafe può essere stata data una informazione falsa o inesatta.

Il Dipartimento di Statistica dell’Università di Napoli, nelle persone dei ricercatori citati, sta sottoponendo i risultati positivi a tutta una serie di controlli più rigorosi (che noi chiameremmo “torture”) alla ricerca di possibili errori metodologici e ci hanno fatto presente che operano in questo modo per prevenire il discredito che i nostri avversari certamente cercheranno di gettarci addosso. Noi, come abbiamo già detto, pur di fronte a dei risultati così positivi, andremo avanti e nei prossimi numeri del giornale leggerete gli sviluppi delle nuove ricerche.

FINE SECONDA PARTE



Torniamo, per un momento alla nostra precedente ricerca

In questo paragrafo leggiamo che Ciro Discepolo decide di mischiare le famiglie per 100 volte, cosa che non aveva fatto inizialmente, perché lui aveva applicato questa procedura UNA SOLA VOLTA. E quindi aveva sbagliato a calcolare il valore atteso per tutte le 50 variabili, e di conseguenza aveva sbagliato anche il calcolo dello Zeta. La tabella che riporta la significativà delle varie variabili, non ha più ragione di esistere, e dovrebbe essere cancellata.

A questo punto dovrebbe rifare tutti i calcoli, mischiando per 100 volte le famiglie e calcolando la MEDIA dei risultati ottenuti.

Nel paragrafo successivo Discepolo scrive:

E forse questa potrebbe essere una spiegazione al fatto che occorrerebbe individuare un metodo “oggettivo” per portare avanti valori di ricerca statistica, assicurandosi che i transiti del ricercatore, in quel momento, non saranno determinanti, alla fine, per il risultato della ricerca.

Bisognerebbe analizzare i transiti del ricercatore?

In modo da accertarsi che i valori delle coppie fittizie siano corretti?

PAZZESCO!

Il metodo "oggettivo" è quello di mischiare le famiglie almeno per 100 volte, contare il numero di coppie con i figli con l'ascendente uguale al segno del padre in ciascuna di queste randomizzazioni, e fare quindi la media aritmetica dei valori trovati.

Se si usa una procedura random si ottengono dei risultati casuali, quasi ogni volta che si ripete l'operazione di mischiare le famiglie e di contare quante sono le coppie figli-padri si ottiene un valore diverso dal precedente.

Secondo Discepolo bisognerebbe analizzare l'oroscopo del ricercatore per sapere se i numeri cosi' generati sono da prendere in considerazione, o se bisognerebbe aspettare dei transiti più favorevoli.

Discepolo non ha nessuna idea di ciò che sta facendo, anche se questo non gli impedisce di scrivere nei suoi libri di essere un ricercatore statistico, che ha trovato dei risultati importanti.

Discepolo ha solo cercato di scimmiottare ciò che aveva fatto Michel Gauquelin, perché l'idea di mischiare le famiglie l'ha copiata da lui, solo che non ha capito che non doveva prendere come valore atteso il primo valore trovato mischiando le famiglie, ma che doveva ripetere questa operazione per 100 volte e quindi calcolare la media di questi risultati.

In questo modo si ottengono dei valori che non cambiano ogni volta, perché se ripetono queste operazioni per altre 100 volte, e poi ancora altre 100 volte, e poi ancora altre 100 volte  ecc.ecc. le medie che si ottengono sono sempre dei valori molto simili tra loro.

I valori ottenuti calcolando la media, sebbene siano stati generati da una procedura casuale, non sono casuali, e quindi si possono usare come termine di confronto con il numero delle coppie figli-padri reali presenti nel database.

I professori di statistica hanno provato a spiegare queste cose a Discepolo, solo che lui non le ha capite. Discepolo dice che i professori non gli avevano chiesto di mischiare per 100 volte le famiglie, ma poi glielo hanno chiesto.

Allora il prof. D’Ambra ed il dott. Mola ci hanno chiesto di generare – nuovamente – come nella scorsa ricerca – cento coppie false. Lo abbiamo fatto e “miracolo” abbiamo ottenuto ben 50 risultati sensibilmente positivi.

Ma di che miracolo parla Discepolo?

Se su 100 randomizzazioni si ottengono 50 risultati positivi, questo significa che si ottengono anche 50 risultati negativi, per cui il valore delle coppie trovate è un valore medio, perché coincide con il valore che ci si aspetterebbe di trovare.

Le coppie dello figli-padri con lo stesso ascendente-segno, non sono mai state significative, perché erano soltanto 11 in più del vero valore atteso, se a Discepolo sono sembrate significative è solo perché lui ha sbagliato a calcolare il valore atteso.

Come si fa a dire ad autodefinirsi un ricercatore statistico di astrologia che ha trovato importanti risultati basandosi su un errore, e su un errore di questo genere?

Io spero che il giudice della causa che ho intentato contro Discepolo, richieda la testimonianza dei professori universitari, anche se non credo che lo farà, perché cosi' finalmente si saprebbe se è vero o no, che questi professori universitari hanno certificato gli importanti risultati statistici millantati da Discepolo.




2 commenti:

Astromauh ha detto...

Più la guardo e più mi piace.
L'immagine che ho messo in questo post è più esplicativa di tante parole.

Dopo che i professori universitari avevano chiarito che la procedura di mischiare le famiglie andava ripetuta per 100 volte, Discepolo avrebbe dovuto cancellare quelle tabelle per farne due nuove tenendo conto dei consigli dei professori, invece lui non l'ha fatto.

Chi conosce Discepolo sa quanto sia narcisista e quanto gli rimanga difficile ammettere di essersi sbagliato su qualcosa.

Rifacendo quelle tabelle secondo il metodo suggerito dai professori, sarebbero spariti anche gli asterischi, perché nessuna di queste 50 variabili è statisticamente significativa.

Lui avrebbe dovuto rinunciare ad un risultato positivo che pensava di aver già conseguito.

Ha preferito non farlo e ha continuato a dire nel corso dei successivi 20 anni di aver trovato un importante risultato statistico, ingannando cosi' la fiducia dei suoi lettori.

Astromauh ha detto...

E c'è da aggiungere che quando i due docenti universitari ci consegnarono i primi risultati, sì si raccomandarono di effettuare altre numerose ricerche su altri campioni, ma non ci richiesero ulteriori esami sulle ricerche che erano già state "archiviate" come positive. Fummo noi, io e i miei collaboratori, a richiedere numerosi altri controlli sui risultati ottenuti. Questi ulteriori controlli furono poi fatti, dal prof. Luigi D'Ambra e dal dott. Francesco Mola, su tutte e tre le indagini qui citate ed in alcuni casi si ebbero dei risultati contraddittori. Vorremmo ripetere, però, che tutte e tre le indagini, processate secondo il metodo adottato dall'inizio, avevano dato risultati positivissimi e solo dopo centinaia e centinaia di controprove avevano rilevato dei risultati dubbi. Ci perdonino, allora, i due serissimi ricercatori, se noi - dal basso della nostra impreparazione statistica - ci permettiamo di avere questo dubbio: qualunque risultato statistico, anche il più valido in assoluto, sottoposto a centinaia di controprove, ne potrebbe dare una di segno opposto alle precedenti.

Il metodo adottato all'inizio era errato.